I CARRARESI
BREVE CRONOLOGIA
- 1027 - atto di donazione di Litolfo a favore di un gruppo di benedettini abitanti nel territorio dell’attuale Santo Stefano di Due Carrare.E’ il documento più antico riguardante la famiglia dei Da Carrara, anche se la bibliografia dei sec. XVIII e XIX afferma che Litolfo fece questo atto di liberalità per onorare la memoria del padre Gomberto figlio di altro Gomberto , morto prima del 970. Il capostipite fu dunque con ogni probabilità uno straniero – Litolfo stesso cita le proprie origini longobarde – disceso in Italia con le spedizioni militari e arricchitosi con i beni ricevuti in compenso per le sue prestazioni. Dall’atto di Litolfo si desume che la famiglia doveva essere già allora molto ricca con un castello anche a Carrara.
- 1114 - I Carraresi ottengono dall’Imperatore V un diploma immunitario che concede loro particolari privilegi, tra cui la possibilità di costruire mulini sul fiume.
- 1130 - Gomberto da Carrara è citato tra i “boni homines” del Vescovo Bellino di Padova e appartenente alla Curia vassallorum.
- 1160 - La continua fedeltà all’Imperatore determina la concessione di un diploma di conferma privilegi da parte di Federico I a Marsilio da Carrara.
- 1184 - Diploma di Federico I con cui viene assegnata definitivamente a Jacopino da Carrara la proprietà di ingenti beni, oggetto di disputa tra i Da Carrara e i Da Baone.
- 1215-1217 - Divisione di proprietà tra i vari rami dei Carraresi.
- 1237 - Continue controversie con Ezzelino III da Romano, vicario Imperiale e dominatore di Padova tra il 1237 e il 1256, portano ad un violento scontro diretto tra Ezzelino stesso e Jacopo da Carrara, sedato dall’intervento dell’Imperatore Federico II di Svevia.
- 1238 - Ezzelino fa condannare Jacopo all’esilio.
- 1240 - Jacopo rientrato segretamente nel castello di famiglia ad Agna congiura contro Ezzelino, ma il podestà di Padova interviene assediando il castello e facendo prigioniero Jacopo, in seguito decapitato.
- 1250-1300 - Molte proprietà dei Carraresi vengono confiscate, tra cui il castello di Carrara, e i Carraresi si spostano progressivamente verso la città, partecipando con sempre maggior rilievo alla vita del Comune Repubblicano, insediatosi dopo la cacciata definitiva di Ezzelino nel 1256.
- 1310-1315 - Vari membri della famiglia da Carrara, tra cui Jacopo, partecipano sia alle lotte del Comune contro Cangrande della Scala, Vicario Imperiale, sia alla lotta civile tra ghibellini e guelfi all’interno del Comune padovano.
- 1318 - Il Consiglio Maggiore di Padova nomina all’unanimità Jacopo I( o Giacomo) da Carrara Capitano Generale con poteri pressoché assoluti e con incarico a vita: sono le permesse della Signoria Carraresi.
- 1324 - Muore in novembre Jacopo I, gli subentra il nipote Marsilio da Carrara.
- 1328 - Cangrande della Scala entra in Padova e ne diventa signore. Alla sua morte avvenuta nel 1329 gli succederanno i nipoti Alberto e Mastino.
- 1337 - Marsilio da Carrai, dopo aver stretto patti di alleanza con Venezia e Firenze, riconquista Padova e torna ad esserne signore.
- 1338 - Muore Marsilio da Carrara, gli subentra il cugino Ubertino.
I CARRARESI ALBERO GENEALOGICO
DAL XIV SECOLO AL XV SECOLO
Sul finire del secondo decennio del XIV secolo, questa potente famiglia, in particolare Jacopo Da Carrara, si avviava a conquistare la signoria di Padova. Erano però anche gli anni in cui Cangrande della Scala cominciava ad attaccare Padova, che cercava di difendersi affidandosi a Jacopo, rinunciando alle proprie libertà comunali, perché lo considerava più adatto diplomaticamente a trattare con il signore di Verona, le cui mire espansionistiche diventavano operative solo nel 1324, proprio l’anno in cui Jacopo moriva. Padova veniva conquistata dagli Scaligeri e alla morte di Cangrande la città si affidava a Marsilio per riconquistare la propria autonomia e liberarsi dal dominio degli Scaligeri.
Nel marzo 1338 muore Marsilio, l’unico dei Carraresi ad essere sepolto nella sua terra d’origine , ed il suo sarcofago lo possiamo ancora oggi ammirare della chiesa di Carrara Santo Stefano. Man mano che si estendono i possessi dei Carraresi, questi restano sempre meno legati allo loro terra d’origine, così che se oggi un comune della Bassa padovana porta ancora in qualche modo i segni del loro dominio questo è Anguillara , la cui “ gastaldia”, comprendente l’intero paese, viene donata nel 1405 fa Francesco Novello, che nei documenti si dichiara “ duca di Carrara e conte di Anguillara”, alla basilica del Santo quando ormai la fortuna dei Carraresi è avviata inesorabilmente al tramonto per l’implacabile pressione militare di Venezia.
Conquistata Padova nel 1405 da Venezia, questa rivolge il suo tremendo e spietato odio contro i Carraresi e anche verso il cenobio di Santo Stefano, dove i veneziani cercano gli amici e i parenti degli sconfitti. Qui arrestano il priore fra Severio e il monaco Rodolfo, figli naturali di Francesco da Carrara il Vecchio, e li tengono poi a lungo nelle carceri della Serenissima prima di mandarli a morire nell’isola di Candia. L’odio dei veneziani giunge poi perfino a profanare la tomba di Francesco da Carrara il Vecchio e di sua moglie Fina Buzzaccarini nel battistero del duomo do Padova, affrescato da Giusto da Menabuoi; tutti i Carraresi sono fatti prigionieri e su decreto del Consiglio dei Dieci della Serenissima, dopo essere stati rinchiusi nelle carceri di Venezia, sono uccisi il 17 gennaio 1406. Il monastero di Santo Stefano,,per ordine del doge di Venezia Michele Steno, viene donato all’arciprete di Cittadella, ricompensando così questa cittadina per essere stata una delle prime ad arrendersi alla Repubblica di San Marco, ma dato che questi arcipreti non potevano per ovvie ragioni risiedere a Carrara, verso la fine del Cinquecento ottengono da papa Sisto V che a rappresentarli venga nominato un sacerdote, spiegando così perché ancora oggi il parroco della parrocchia di Santo Stefano venga chiamato anche vicario.
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